Gli Stati Uniti vogliono eliminare il codice di condotta dell’AI Act dell’UE, lasciando alle imprese lo sviluppo dei propri standard di rischio
Il codice di condotta dell’AI Act dell’Unione Europea (UE) potrebbe sembrare un accordo già concluso, ma gli attori coinvolti stanno ancora redigendo le norme per i modelli di intelligenza artificiale (IA) di uso generale, inclusi quelli con rischi sistemici.
Ora, però, mentre il processo di redazione si avvicina alla scadenza, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta facendo pressione sui regolatori europei per eliminare il regolamento. L’amministrazione statunitense e altri critici sostengono che esso ostacola l’innovazione, è gravoso e amplia i confini dell’AI Act, creando di fatto nuove norme non necessarie.
Critiche al codice di condotta
Secondo quanto riportato, la Missione degli Stati Uniti presso l’UE ha recentemente contattato la Commissione Europea e vari governi europei per opporsi alla sua adozione nella sua forma attuale. “Le grandi aziende tecnologiche e ora i funzionari del governo sostengono che il progetto di codice di condotta impone ulteriori obblighi, inclusi test di modelli di terze parti e la divulgazione completa dei dati di addestramento, che vanno oltre quanto previsto nel testo legalmente vincolante dell’AI Act”, ha spiegato Thomas Randall, direttore della ricerca di mercato sull’IA presso Info-Tech Research Group.
Il peso della responsabilità si sposta
Il codice è volontario, ma l’obiettivo è aiutare i fornitori a prepararsi per soddisfare le normative dell’AI Act dell’UE riguardo a trasparenza, copyright e mitigazione del rischio. Viene redatto da un gruppo diversificato di fornitori di modelli di IA di uso generale, organizzazioni di settore, titolari di diritti d’autore, rappresentanti della società civile, membri del mondo accademico e esperti indipendenti, sotto la supervisione dell’Ufficio europeo per l’IA.
La scadenza per il completamento del codice è alla fine di aprile, con la versione finale che sarà presentata ai rappresentanti dell’UE per l’approvazione a maggio e che entrerà in vigore ad agosto, un anno dopo l’entrata in vigore dell’AI Act. Qualora non venga rispettato, potrebbero esserci multe fino al 7% del fatturato globale o un esame più rigoroso da parte dei regolatori.
Richiesta di AI responsabile
Randall ha avvertito che qualsiasi organizzazione che opera in Europa deve avere i propri libri di gioco sul rischio dell’IA, inclusi controlli sull’impatto sulla privacy, registri di provenienza o test di red-team, per evitare danni contrattuali, normativi e reputazionali.
Ha aggiunto che se Bruxelles dovesse allentare il suo codice, non sarebbe solo un regalo alle aziende, ma “sarebbe come cedere il volante”.
Un panorama normativo più leggero
Se altri paesi dovessero seguire l’approccio attuale dell’amministrazione statunitense alla legislazione sull’IA, il risultato sarebbe probabilmente un panorama normativo più leggero con minore supervisione federale. A gennaio, l’amministrazione statunitense ha emesso l’Ordine Esecutivo 14179, “Rimozione degli ostacoli alla leadership americana nell’intelligenza artificiale”. Subito dopo, l’Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia (NIST) ha aggiornato le sue linee guida per gli scienziati che lavorano con il US Artificial Intelligence Safety Institute.
In effetti, le linee guida aggiornate sembrano incoraggiare i partner ad allinearsi con la posizione deregolamentativa dell’ordine esecutivo.