Legislatori sotto esame: l’influenza dell’IA su finanza e copyright
Il Parlamento Europeo inizierà a lavorare su due rapporti di iniziativa propria riguardanti l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sul settore finanziario e sul copyright, dopo che sono stati approvati dai presidenti dei gruppi politici la settimana scorsa.
Impatto dell’IA sul settore finanziario
Il primo rapporto, che prenderà in considerazione l’impatto dell’intelligenza artificiale sul settore finanziario, sarà redatto dal parlamentare Arba Kokalari (Svezia/EPP) e richiesto dalla Commissione per gli Affari Economici e Monetari (ECON) con il contributo della Commissione del Mercato Interno (IMCO), come confermato da fonti parlamentari.
Il lavoro sull’AI Act – il quadro che regola l’IA tramite un approccio basato sul rischio – è stato principalmente svolto l’anno scorso dall’IMCO e dalla Commissione per le Libertà Civili (LIBE). Le regole hanno iniziato ad applicarsi gradualmente lo scorso anno e saranno completamente in vigore nel 2027.
Lo scorso giugno, la Commissione Europea ha lanciato una consultazione e una serie di workshop per cercare input da parte degli stakeholder sull’uso dell’IA in finanza per aiutare a valutare i rischi legati all’implementazione dell’AI Act, ma non ha proposto azioni concrete per il settore.
All’inizio di questo mese, la ONG Finance Watch ha avvertito circa il possibile conflitto tra le funzioni dell’IA e i principi della regolamentazione finanziaria. Senza regole chiare e meccanismi di responsabilità, l’uso dell’IA nei servizi finanziari “introduce rischi difficili da rilevare e controllare, minacciando la protezione dei consumatori e la stabilità del mercato, mentre mina la fiducia nel sistema finanziario nel suo insieme”, ha affermato Finance Watch.
Copyright e IA generativa
Il secondo rapporto – entrambi non saranno legalmente vincolanti – “Copyright e IA generativa: opportunità e sfide”, è stato richiesto dalla Commissione per gli Affari Giuridici (JURI) e sarà redatto da Axel Voss (Germania/EPP).
“Durante i negoziati sull’AI Act, nessuno voleva parlare di copyright. Ora, scrittori, musicisti e creativi sono lasciati esposti da un irresponsabile vuoto giuridico. Quello che non capisco è che stiamo sostenendo le grandi aziende tecnologiche invece di proteggere le idee e i contenuti creativi europei”, ha dichiarato Voss in un post su LinkedIn il mese scorso.
Le complicazioni riguardanti l’IA e il copyright sono emerse durante la redazione di un insieme proposto di regole per i fornitori di Intelligenza Artificiale di Uso Generale (GPAI) – un processo ancora in corso.
Il Codice di Condotta sul GPAI dovrebbe aiutare i fornitori di modelli IA – strumenti in grado di svolgere molte attività come ChatGPT, Google Gemini e l’applicazione di immagini Midjourney – a conformarsi all’AI Act dell’UE, ma l’industria, compresi i titolari dei diritti, ha espresso preoccupazioni circa le contraddizioni con la legge sul copyright.