Il Quadro Normativo sull’IA in Italia: Oltre l’Atto Europeo
Il 17 settembre 2025, l’Italia è diventata il primo Stato membro dell’UE ad adottare una legge quadro sull’IA completa. Questo statuto non rappresenta un secondo atto sull’IA, ma funge da struttura nazionale che affianca il Regolamento (UE) 2024/1689. La legge definisce principi, assegna poteri di supervisione, adatta le regole in settori sensibili e modifica aree lasciate alla discrezione nazionale come lavoro, salute, copyright e diritto penale.
Principi Fondamentali e Ambito di Applicazione
La legge quadro sull’IA italiana si apre con un insieme di principi generali progettati per guidare l’adozione, lo sviluppo e l’implementazione dell’IA. Queste disposizioni sono volutamente generali; non impongono nuovi obblighi di conformità ai fornitori o agli utilizzatori di sistemi IA, ma stabiliscono il tono giuridico e politico su come l’IA deve operare in Italia.
La legge afferma un approccio antropocentrico: l’IA deve supportare il processo decisionale umano, rispettare i diritti fondamentali e non sostituire la responsabilità umana. L’uso dell’IA deve conformarsi ai diritti costituzionali e alle leggi dell’UE, principi come trasparenza, proporzionalità, accuratezza, non discriminazione, uguaglianza di genere, privacy e sicurezza informatica.
Un’innovazione notevole è la garanzia espressa che l’uso dell’IA non deve pregiudicare il dibattito democratico. La legge vieta l’implementazione di sistemi in modi che possano minare i processi democratici o il libero scambio di opinioni, riflettendo le crescenti preoccupazioni riguardo all’amplificazione algoritmica e alla disinformazione.
Governance e Ruoli Istituzionali
La legge quadro sull’IA disegna la mappa di supervisione per l’Italia, allineando le responsabilità nazionali con l’Atto europeo sull’IA. Al centro c’è un Comitato di Coordinamento istituito presso l’Ufficio del Primo Ministro, responsabile della progettazione e dell’aggiornamento della strategia nazionale sull’IA.
Due agenzie specializzate sono designate come autorità nazionali per l’IA:
- AgID (Agenzia per la Trasformazione Digitale) agisce come autorità notificante e gestisce l’accreditamento e il monitoraggio degli organismi di valutazione della conformità.
- ACN (Agenzia Nazionale per la Cybersecurity) diventa l’autorità di sorveglianza del mercato, con poteri di indagine e sanzione, focalizzandosi sulla sicurezza e sulla resilienza dei sistemi IA.
Guard-Rails Settoriali
La legge quadro sull’IA integra l’Atto europeo introducendo regole nazionali mirate in aree di alta sensibilità sociale e legale. Queste disposizioni non riguardano tanto i doveri di conformità tecnica, quanto piuttosto la definizione di confini che riflettono i valori costituzionali e le priorità politiche.
Settore Sanitario e Disabilità
L’IA è riconosciuta come uno strumento prezioso per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento. I sistemi IA non possono determinare o limitare l’accesso alla salute su basi discriminatorie, e i pazienti hanno il diritto di essere informati quando l’IA è utilizzata nella loro cura.
Occupazione
I datori di lavoro devono garantire che l’IA sul posto di lavoro sia sicura, affidabile e non invasiva. I lavoratori devono essere informati quando tali strumenti vengono impiegati, riflettendo i doveri esistenti sotto la legislazione italiana sul lavoro.
Pubblica Amministrazione e Giustizia
Gli enti pubblici possono utilizzare l’IA per semplificare le procedure, ma la responsabilità non può essere delegata. È richiesta trasparenza e tracciabilità. In ambito giudiziario, i giudici mantengono il potere decisionale esclusivo, con l’IA che può supportare solo compiti organizzativi o analitici.
Minori
La legge quadro stabilisce regole specifiche riguardo al consenso per i minori. I minori di 14 anni possono accedere alle tecnologie IA solo con il consenso dei genitori, mentre quelli di età compresa tra 14 e 17 anni possono dare il consenso autonomamente, a condizione che le informazioni siano chiare e comprensibili.
Innovazioni nel Diritto d’Autore e Diritto Penale
La legge modifica il Codice Penale italiano per affrontare i rischi posti dai contenuti sintetici e dalla creatività assistita dall’IA. Introduce un nuovo reato di diffusione illecita di immagini, video o audio generati o alterati dall’IA, con pene da uno a cinque anni di reclusione.
Inoltre, l’uso dell’IA può operare come una circostanza aggravante generale per reati commessi mediante IA, aumentando le pene per specifici crimini.
Sviluppo Economico e Strategia Nazionale
La legge quadro sull’IA è progettata per influenzare tre aree: strategia nazionale, scelte di approvvigionamento e flusso di investimenti pubblici.
Il governo deve adottare una strategia nazionale sull’IA, aggiornata ogni due anni, per allineare incentivi, competenze e adozione nel settore pubblico.
Conclusioni
La legge quadro sull’IA italiana non è un secondo codice di conformità, ma stabilisce l’architettura istituzionale e i punti di attrito legali e commerciali che le aziende potrebbero incontrare in Italia.
Resta da vedere se le aziende possano sostenere che misure nazionali che vanno oltre l’Atto europeo possano confliggere con il diritto dell’Unione, dato l’obiettivo dell’Atto di garantire la libera circolazione dei sistemi IA.