Gruppi per i diritti digitali sollecitano l’UE a implementare l’AI Act secondo il programma
Un gruppo di 31 organizzazioni per i diritti digitali ha esortato la Commissione Europea a garantire che l’AI Act venga implementato secondo il programma stabilito.
La lettera aperta, pubblicata martedì, arriva dopo che molti dei 27 Stati membri dell’UE hanno mancato la scadenza per attuare il regolamento designando un’autorità nazionale di regolamentazione. Le organizzazioni hanno evidenziato in particolare l’Ungheria, che ha introdotto una nuova legge che consente l’uso del riconoscimento facciale per monitorare gli eventi del Pride, un’applicazione vietata dall’AI Act, secondo esperti legali.
Preoccupazioni sulla mancanza di reattività della Commissione
La mancanza di reattività della Commissione sta alimentando l’esitazione tra i governi nazionali nell’introdurre il regolamento sull’AI, afferma il gruppo, che raccoglie European Digital Rights (EDRi), Algorithm Watch, e AccessNow.
“Ogni ulteriore ritardo rischia di minare sia la protezione dei diritti delle persone ai sensi dell’AI Act sia la credibilità dell’UE come sostenitore di una regolamentazione dell’IA rispettosa dei diritti”, scrivono nella lettera aperta indirizzata a Henna Virkkunen, vicepresidente della Commissione per la Sovranità Tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia.
Scadenze e incertezze
La scadenza in scadenza per designare le autorità competenti nazionali potrebbe essere un altro cattivo segnale per il programma di attuazione dell’AI Act. Sia i soggetti del settore privato che i legislatori hanno chiesto di “fermare il tempo”, ovvero di sospendere l’attuazione della legge per “affrontare l’incertezza” portata dalla complessa regolamentazione.
La scorsa settimana, l’ex primo ministro italiano Mario Draghi si è unito al coro di legislatori dell’UE che chiedono il rinvio.
Messaggi contrastanti dalla Commissione
Tuttavia, il messaggio proveniente dalla Commissione stessa è stato meno chiaro. A giugno, Virkkunen ha dichiarato che non si esclude il rinvio di alcune parti dell’AI Act. Tuttavia, lunedì, un funzionario della Commissione ha affermato che “fermare il tempo” non è in discussione.
“Non ci sarà un moratoria complessiva sull’AI Act. Questo non è sul tavolo. Ci stiamo concentrando sul rendere le regole funzionanti nella pratica”, ha dichiarato Yvo Volman, direttore per i dati della Commissione, durante la riunione della Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni del Parlamento Europeo.
La Commissione non sta considerando nemmeno una revisione completa dell’AI Act attraverso la consultazione sul Digital Omnibus dell’UE, mirata a semplificare la conformità in materia di dati, IA e cybersicurezza. Si prevede che il pacchetto di semplificazione venga pubblicato a dicembre.