Il bulldog di Bruxelles della Big Tech sollecita cautela sull’AI Act
La Computer & Communications Industry Association (CCIA Europe) ha avvertito i leader dell’UE del rischio di implementare l’AI Act senza un quadro finalizzato.
In una dichiarazione pubblicata sul sito web della CCIA, l’associazione ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo a disposizioni chiave dell’AI Act dell’UE, comprese regole cruciali per i modelli di intelligenza artificiale di uso generale (GPAI), che ancora mancano di linee guida essenziali.
Scadenze e requisiti
Le regole, che dovrebbero essere implementate il 2 agosto, richiedono ai fornitori di modelli GPAI di lavorare su documentazione tecnica, politiche di copyright e trasparenza dei dataset entro agosto 2026. Se i modelli vengono considerati a rischio sistemico, sarà necessaria la presentazione di rapporti di red-team e registri degli incidenti.
Preoccupazioni e incertezze
Ci sono motivi di preoccupazione. Il GPAI Code of Practice, promesso per il 2 maggio, rimane in sospeso, mentre la guida ufficiale del Parlamento Europeo riconosce che “diversi capitoli… hanno altre date di applicazione”, con la piena efficacia che slitta al 2027.
Diversi leader europei hanno espresso i loro dubbi riguardo all’Atto, con il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, che ha definito la tempistica “confusa” e ha chiesto una pausa all’inizio di questa settimana.
Rischi di un’implementazione affrettata
Una rapida attuazione dell’Atto, avverte la CCIA, rischia di compromettere le aspirazioni dell’Unione Europea in materia di intelligenza artificiale, incluso il previsto incremento di 3,4 trilioni di euro nell’economia dell’UE grazie all’IA entro il 2030.
L’UE è già in ritardo su questa missione, con le aziende europee che ottengono solo il sei percento del finanziamento globale per l’IA, rispetto al 61 percento che va ai concorrenti americani.
Produzione di modelli di IA
Nel frattempo, come riportato da Stanford HAI, le istituzioni basate negli Stati Uniti hanno prodotto 40 modelli di IA notevoli nel 2024, rispetto a soli tre in Europa.
Richieste di pause e semplificazioni
Il vicepresidente senior della CCIA Europe e capo ufficio, Daniel Friedlaender, ha commentato: “L’Europa non può guidare sull’IA con un piede sul freno. Con parti critiche dell’AI Act ancora mancanti a poche settimane dall’entrata in vigore delle regole, abbiamo bisogno di una pausa per fare le cose nel modo giusto, o rischiamo di fermare completamente l’innovazione.”
Il manager senior delle politiche della CCIA Europe, Boniface de Champris, ha aggiunto: “Se l’UE è seria nel voler trasformare la sua promessa di 3,4 trilioni di euro in realtà, deve agire ora. Riflettendo le crescenti preoccupazioni tra i governi e gli innovatori dell’IA, la Commissione dovrebbe essere incaricata di fermarsi e semplificare, dando alle aziende una possibilità equa di conformarsi e competere.”