Può la Svizzera tracciare un percorso sicuro per l’innovazione dell’IA?
La tanto attesa strategia della Svizzera per l’intelligenza artificiale (IA) si concentra sulla promozione delle attività commerciali, mentre le normative per proteggere le persone dai potenziali rischi della tecnologia saranno affrontate in un secondo momento.
Recentemente, il governo ha aderito a un insieme di principi ampi elaborati dal Consiglio d’Europa, senza però optare per regolamenti più rigorosi come quelli implementati dall’Unione Europea l’anno scorso.
Un approccio regolatorio leggero
Questa strategia rappresenta l’approccio di regolamentazione leggero della Svizzera in molti settori commerciali, come il commercio di materie prime. Riflette anche un cambiamento nel sentimento globale verso misure destinate a proteggere la società dalle minacce poste dall’IA.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni imprenditoriali, ma ha ricevuto una valutazione più cauta dai gruppi della società civile, preoccupati per la privacy, la sostenibilità e il crescente potere delle aziende.
La corsa globale per la dominanza dell’IA
Il trend della sicurezza degli ultimi anni, esemplificato dall’AI Act dell’Unione Europea del 2024, è stato sostituito da una frenesia internazionale per la dominanza nell’IA, alimentata principalmente dagli Stati Uniti, che hanno recentemente annullato le salvaguardie precedenti.
La Svizzera, con il rilascio della sua strategia ufficiale sull’IA, appare in ritardo rispetto a molte altre economie avanzate. Ora sembra cercare di trovare un equilibrio tra le visioni contrastanti dell’UE e degli Stati Uniti.
Fondamento legale e misure non vincolanti
La Convenzione sull’IA del Consiglio d’Europa, che impegna le nazioni a difendere la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani contro gli abusi dell’IA, è rivolta principalmente a progetti del settore pubblico e offre ampie possibilità di attuazione legale. Entro la fine del 2026, il parlamento svizzero presenterà proposte di modifiche legislative.
Un approccio che potrebbe non essere sufficientemente rigoroso per soddisfare l’Unione Europea, secondo il legale Gabriel Meier. Le aziende svizzere che operano nel mercato dell’UE dovranno comunque conformarsi all’AI Act dell’UE.
Rischi e opportunità dell’IA
L’intelligenza artificiale ha iniziato addestrando i computer ad analizzare enormi quantità di dati per trovare soluzioni più velocemente degli esseri umani. Sempre più, l’IA può anche trarre conclusioni che non erano precedentemente contemplate. La capacità dei computer di “pensare” in modo indipendente affascina e allarma la società.
La legislazione dell’UE identifica diversi livelli di rischi che potrebbero rappresentare una minaccia per una vasta gamma di attività sociali, come la sanità, l’istruzione e i social media. Alcune attività, come la valutazione sociale dei cittadini, sono esplicitamente vietate, mentre altre sono soggette a restrizioni.
Autoregolamentazione e innovazione
Negli Stati Uniti, al contrario, è stato adottato un approccio non interventista dal momento dell’elezione di Donald Trump. La Svizzera sembra ora cercare di colmare il divario tra la regolamentazione dell’UE e un’innovazione senza restrizioni.
Il gruppo della società civile AlgorithmWatch ha dichiarato che la strategia è “un passo nella giusta direzione ma è timida e non molto lungimirante”. Chiede al governo di affrontare con maggiore urgenza le questioni relative alla sostenibilità e ai diritti delle persone.
Nel complesso, il governo svizzero ha scelto di dipingere ampie linee sulla politica dell’IA per ora, con l’intenzione di riempire i dettagli in seguito, cercando di attrarre investimenti e mantenere un ambiente favorevole all’innovazione.