Entrata in vigore dei requisiti dell’AI Act
Il 2 febbraio 2025 ha segnato l’entrata in vigore dei primi requisiti ai sensi dell’AI Act dell’Unione Europea, che vieta l’uso di sistemi di intelligenza artificiale che comportano pratiche proibite e richiede ai fornitori e agli utenti di tali sistemi di garantire una sufficiente alfabetizzazione AI per operare efficacemente.
Strategie di conformità
Malgrado le aspettative, le linee guida da parte della Commissione Europea sono ancora in attesa, lasciando molte aziende a creare e implementare le proprie strategie e piani di conformità.
Preparativi per il Summit globale sull’AI
Negli ultimi tempi, i firm legali si stanno impegnando sempre di più in forum di condivisione della conoscenza. Clifford Chance si sta preparando per il Summit globale sull’AI a Parigi, e il 11 febbraio, durante l’evento satellite AI Fringe, Dessislava Savova, partner e responsabile del gruppo tecnologico di Clifford Chance per l’Europa continentale, modererà una discussione su come fornire un’AI affidabile in tempi difficili.
Composizione del panel
Il panel includerà Brendan Kelleher, Chief Compliance Officer di SoftBank, Laurent Daudet, co-CEO e co-fondatore di LightOn, e Michel Combot, direttore della tecnologia e innovazione presso la CNIL.
Requisiti di alfabetizzazione AI
I requisiti di alfabetizzazione stabiliscono che i fornitori e i gestori di sistemi AI devono adottare misure adeguate per garantire che il personale e chiunque sia coinvolto nell’operazione dei sistemi AI possieda sufficienti competenze, conoscenze e comprensione, e sia consapevole dei rischi e dei danni che l’AI può causare.
Pratiche AI proibite
Le pratiche AI proibite sono considerate dannose e abusive, contrarie ai valori dell’Unione, allo stato di diritto e ai diritti fondamentali. Esse si applicano a fornitori e gestori di sistemi AI e vietano sistemi che siano manipolativi o ingannevoli; che sfruttino le vulnerabilità (ad esempio, età o stato socio-economico); che “valutino” le persone in base al loro comportamento o caratteristiche personali; che profilino le persone per prevedere comportamenti criminali; che creino o amplino banche dati di riconoscimento facciale attraverso scraping indiscriminato di Internet e CCTV; o che inferiscano emozioni; o categorizzino le persone in base a razza o orientamento politico.
Ulteriori informazioni
Per ulteriori dettagli sui divieti entrati in vigore, è utile consultare un documento di Mayer Brown che approfondisce il tema.