Italia diventa il primo paese in Europa a stabilire regole nazionali sull’IA
Il 17 settembre 2025, il Parlamento italiano ha approvato una nuova legge sull’intelligenza artificiale (Legge n. 132/2025, la “Legge sull’IA”), la prima del suo genere nell’UE. Questa legge stabilisce i principi fondamentali che governano l’IA e il suo utilizzo, definendo le responsabilità per la governance e la supervisione dell’IA in Italia, con specifiche norme nei settori critici come sanità, amministrazione pubblica, giustizia, lavoro, proprietà intellettuale e diritto penale. La Legge sull’IA, che entrerà in vigore il 10 ottobre, non introduce nuovi obblighi di conformità oltre quelli stabiliti dal Regolamento 2024/1689 (“Legge sull’IA”). Piuttosto, fornisce disposizioni più dettagliate e specifiche per settore che si basano sul quadro esistente, in particolare in materia di conformità, trasparenza, responsabilità e governance.
Principi alla base della Legge sull’IA
Visione umana dell’IA
L’IA dovrebbe migliorare e non sostituire la decisione e la responsabilità umana. I sistemi di IA devono essere progettati per operare in conformità ai diritti fondamentali, ai diritti costituzionali e al diritto dell’UE, riflettendo valori come trasparenza, equitabilità, sicurezza, privacy, uguaglianza di genere e sostenibilità. La legge sottolinea anche che il controllo umano non è facoltativo: le persone devono rimanere al comando, con la possibilità di comprendere, monitorare e intervenire durante l’intero ciclo di vita dei sistemi di IA.
Protezione dei dati personali
I sistemi di IA devono gestire i dati in modo lecito, equo e trasparente. Gli utenti devono essere chiaramente informati, in un linguaggio semplice e accessibile, su come vengono utilizzati i loro dati, quali rischi possono essere coinvolti e come possono esercitare il loro diritto di opposizione. La legge salvaguarda esplicitamente la libertà di espressione e il pluralismo dei media, assicurando che i sistemi di IA non compromettano l’oggettività, la completezza, l’imparzialità o l’equità delle informazioni.
Protezione del dibattito democratico
La Legge sull’IA vieta esplicitamente l’uso dell’IA in modi che potrebbero interferire con le istituzioni democratiche o distorcere il dibattito pubblico, riflettendo le crescenti preoccupazioni sull’uso dell’IA per diffondere disinformazione, manipolare opinioni o minare la fiducia nei processi democratici.
L’IA come leva chiave per la crescita economica
Le autorità pubbliche supportano attivamente lo sviluppo e l’uso dell’IA per migliorare l’interazione uomo-macchina, inclusa la robotica, attraverso i settori produttivi e i processi organizzativi. Esse incoraggiano l’adozione dell’IA per aumentare la produttività lungo l’intera catena del valore e contribuire all’avvio di nuove imprese. I loro sforzi si concentrano in particolare sul rafforzamento della base industriale italiana, che si basa fortemente su micro, piccole e medie imprese.
Disposizioni settoriali
In sanità, i sistemi di IA sono progettati per supportare e non sostituire i professionisti medici. Possono assistere nella prevenzione, diagnosi e trattamento sotto rigorosa supervisione medica e controllo etico. I pazienti devono essere chiaramente informati ogni volta che le tecnologie di IA sono coinvolte nella loro cura, rafforzando la trasparenza e la fiducia.
Nel settore del lavoro, l’IA è utilizzata per migliorare le condizioni lavorative, proteggendo il benessere fisico e mentale dei dipendenti, sostenendo al contempo le prestazioni e la produttività. La sua applicazione deve essere sicura, trasparente e rispettosa della dignità e della privacy umana. I lavoratori hanno il diritto di sapere ogni volta che vengono utilizzate tecnologie di IA, sia nella selezione che nella valutazione o nelle operazioni quotidiane.
Nella pubblica amministrazione, le amministrazioni pubbliche possono adottare l’IA per migliorare l’efficienza, ridurre i tempi necessari per completare le procedure e migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi. L’IA serve solo come strumento di supporto: tutte le decisioni e gli atti ufficiali rimangono sotto la piena responsabilità degli ufficiali umani.
Nell’ambito della giustizia, l’IA può essere utilizzata per supportare l’organizzazione dei servizi giudiziari, semplificare i compiti amministrativi e alleggerire il carico di lavoro dei tribunali. Tuttavia, il suo ruolo rimane strettamente ausiliario. Tutte le decisioni relative all’interpretazione e all’applicazione della legge, alla valutazione dei fatti e delle prove, e al processo decisionale sono di esclusiva competenza dei giudici.
Autorità di supervisione e applicazione
La nuova Legge sull’IA italiana delinea gli organi che sovrintendono e applicano l’IA a livello nazionale, allineando le responsabilità interne con la Legge dell’UE sull’IA. Le seguenti autorità sono responsabili della supervisione, coordinamento e applicazione nel campo dell’IA:
- Presidenza del Consiglio: responsabile della strategia nazionale sull’IA, che deve essere approvata su base biennale dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale.
- Comitato di Coordinamento: sovrintende alla guida strategica e promuove la ricerca, lo sviluppo e l’adozione di sistemi e modelli di IA da parte di enti pubblici o privati.
- Agenzia per l’Italia Digitale (AgID): agisce come autorità notificante, promuovendo l’innovazione e lo sviluppo dell’IA.
- Agenzia Nazionale per la Cybersecurity (ACN): designata come autorità di sorveglianza e sanzione per l’IA.
Modifiche al diritto penale e alla proprietà intellettuale
Dal punto di vista del diritto penale, la Legge sull’IA introduce un nuovo reato per la diffusione illecita di contenuti manipolati dall’IA (cosiddetti “deepfake”), che può comportare pene detentive. Inoltre, stabilisce circostanze aggravanti generali per crimini commessi utilizzando strumenti di IA.
In termini di proprietà intellettuale, la Legge aggiorna la Legge sul Copyright italiano, punendo la riproduzione o l’estrazione di testi o dati da opere disponibili online in violazione della legge sul copyright, anche tramite sistemi di IA. Specifica che la protezione del copyright si applica solo alle “opere di autoría umana” e a quelle create con l’ausilio di strumenti di IA, a condizione che siano il risultato del genuino lavoro intellettuale dell’autore.
Implicazioni per le aziende
Con l’introduzione di queste nuove normative, le aziende devono aggiornare i loro modelli organizzativi e di controllo per riflettere le modifiche e affrontare i rischi legati all’IA. Questo include monitorare l’approvazione dei decreti di attuazione della Legge sull’IA, che affronteranno questioni chiave come il risarcimento per danni causati dall’IA.
In sintesi, l’Italia ha fatto un passo significativo verso la regolamentazione dell’IA, stabilendo un quadro giuridico che non solo risponde alle priorità nazionali, ma si integra anche con le normative dell’UE, rappresentando un esempio per altri paesi europei.